Una fontana (dal latino fontis “sorgente“) è un dispositivo architettonico che versa l’acqua (proveniente da una sorgente o da un impianto idrico) in un bacino da cui è possibile attingere, oppure per effetti decorativi o scenografici.

Da sempre simbolo di vita, purificazione e spiritualità, l’acqua ha avuto grande importanza in tutte le religioni, divenendo elemento insostituibile per la rappresentazione del binomio paradiso-giardino. Nei giardini islamici e moghul era una presenza imprescindibile dal punto di vista pratico, per fare fronte alle necessità irrigue, e simbolico, in quanto raffigurazione dei quattro fiumi della vita. Ne è un classico esempio la sequenza di patii, fontane e bacini dell’Alhambra a Granada e di tutti i giardini moreschi del Mediterraneo che conservano ancora le forme classiche persiane, di quei “giardini del paradiso” con canali irrigui e fontane zampillanti.

Le fontane avevano anche uno scopo funzionale, essendo molto importanti e diffuse nei centri abitati prima che l’acqua corrente fosse disponibile nelle singole abitazioni, mentre ora vanno via via scomparendo posti muniti di vasche ove ci si poteva recare per fare il bucato.

Oltre all’uso come punto di accesso all’acqua e spirituale, le fontane sono usate come elemento architettonico ed urbanistico ornamentale ed artistico, anche di tipo monumentale: esempi sono le fontane ornate di statue e rese più spettacolari e scenografiche con fantasiosi giochi d’acqua.

Le fontane utilizzate come ornamento si svilupparono durante l’età ellenistica e furono tra le sue opere più rappresentative, e poi questo uso fu esteso anche nella Roma antica. Con l’avvento del Barocco e del Rinascimento, le fontane riacquistarono il valore architettonico e decorativo che avevano nel periodo classico. Tuttora hanno uno scopo decorativo con l’aggiunta della parte ludica per quelle danzanti fruibili dal pubblico.

(tratto da wikipedia e FONTANE, OVVERO IL BELLO DELL’ACQUA di Filippo Pizzoni – Gardenia, giugno 2006)

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